Con un comunicato dell'11 ottobre, Alitalia annuncia che il Cda ha definitivamente approvato una manovra finanziaria da 500 milioni di euro, composta da 300 milioni a titolo di aumento di capitale da offrirsi in opzione ai soci e da 200 milioni di nuove linee di credito da parte del sistema bancario e la conferma delle linee esistenti. Alitalia comunica inoltre che in questo contesto, è anche previsto che Poste Italiane "garantisca la sottoscrizione di complessivi 75 milioni di euro dell'aumento capitale rimasti eventualmente inoptati" mente Intesa SanPaolo e UniCredit "garantiscano la sottoscrizione di massimi 100 milioni di euro dell'eventuale ulteriore inoptato". A fronte di tale garanzia sull'inoptato, è quindi prevista da parte di Banca Intesa San Paolo e di UniCredit, "la concessione di un bridge to equity di Euro 100 milioni al fine di consentire ad Alitalia di far fronte al suo immediato fabbisogno finanziario". L'annuncio, naturalmente, ha messo in allarme i correntisti, soprattutto di Poste Italiane, tanto che il suo amministratore delegato, Massimo Sarmi, rassicura: "Per l'investimento in Alitalia non sarà utilizzata alcuna risorsa proveniente né da conti correnti postali né da Buoni e Libretti Postali. I risparmi raccolti presso la clientela di pertinenza del Bancoposta, il cui patrimonio è giuridicamente separato da quello di Poste Italiane SpA fin dal 2011, non rientrano nelle disponibilità del Bancoposta". Sarmi infatti spiega: "Le risorse finanziarie per l'investimento Alitalia saranno reperite esclusivamente dalla liquidità disponibile di Poste Italiane Spa, cioè dai ricavi delle attività industriali e di servizio del Gruppo, servizi postali, telefonia, servizi digitali".