Questi continui aumenti di benzina, che di questo passo la "verde" rischia di toccare presto addirittura quota 1,7 euro, potrebbero dare lo spunto per una ricerca sociologica. Tra il 1973 e 1974, infatti, fu il governo ad imporre un periodo di austerity, a causa dell'aumento repentino del prezzo del greggio, dovuto a diversi fattori politici. Gli italiani, più o meno d'accordo, decisero di sottostare alle nuove regole perché il risparmio di energia in quel momento era la priorità. Nel 2011, invece, le necessità sembrano essere altre, e così si rimane impassibili a questi continui ritorcchi all'insù della benzina, spesso non giustificati dall'andamento dei mercati. Dopo aver sfondato solo pochi giorni fa il tetto di 1,641 euro ecco che il prezzo continua a salire, con un +0,4 euro al litro. Questa estate gli italiani stanno pagando salato gli spostamenti in automobile (anche se l'aumento della benzina incide in molti settori), ma nessuna protesta (O provvedimento) sembra essere in vista, con buona pace di chi gestisce questo mercato.