Tensione alta al Senato, dove ci si appresta a votare gli emendamenti sulla legge elettorale, quella che potrebbe non avere i voti della minoranza del PD, circa 29 senatori. Così, Matteo Renzi incontra Silvio Berlusconi e, sulla base del (segreto) patto del Nazareno stabilirebbe con il leader di Forza Italia l'appoggio degli azzurri al momento del voto. Di fatto, quindi, si tratterebbe di una nuova maggioranza di governo, come sottolineano anche i democratici Rosi Bindi e Gianni Cuperlo. Paradossale anche il fatto è che il segretario del PD, per portare a casa la legge elettorale, pilastro delle democrazia, non riesca a trovare una mediazione con il suo partito ma con Silvio Berlusconi, che non può candidarsi e non può votare alle elezioni poiché condannato per frode fiscale. Al centro della diatriba, il fatto che l'Italicum "prevede un Parlamento a maggioranza composto da nominati: tra il 55% e il 60%" come precisa il senatore Miguel Gotor, esponente della minoranza del PD, anticipando che non voterà la legge elettorale se essa manterrà "il tema dei capilista bloccati". Una partita, quella sull'Italicum, che probabilmente si ripercuoterà sull'elezione del Presidente della Repubblica. Intanto, l'Aula del Senato boccia con 170 no l'emendamento presentato proprio da Gotor alla legge elettorale, che puntava a modificare la proporzione tra nominati ed eletti con il sistema delle preferenze, a favore di questi ultimi. I sì sono stati 116, 5 le astensioni.