La legge elettorale viene approvata in maniera definitiva alla Camera, non senza polemiche. L'Italicum diventa legge con 334 voti favorevoli e 61 contrari, il che dimostra che la fronda all'interno del PD è maggiore rispetto a quanto ipotizzato fino a ieri. Le opposizioni hanno infatti abbandonato l'Aula prima del voto scegliendo l'Aventino in segno di protesta, non prima di aver chiesto lo scrutinio segreto. Il voto segreto non è riuscito comunque a mettere in difficoltà il governo, che a Montecitorio ha una salda maggioranza. Nonostante questo, più di 40 deputati dem hanno deciso di votare contro questa legge elettorale e contro il governo guidato dal loro segretario di partito. Qualche voto contrario dovrebbe essere arrivato anche da Scelta Civica e Area popolare. Il voto sulla legge elettorale produce una nuova spaccatura all'interno di Forza Italia, con alcuni deputati "verdiniani" e "fittiani" che decidono di non abbandonare l'emiciclo. Nonostante l'ampio dissenso delle minoranze, comprese quelle all'interno del PD, Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, ministro delle Riforme, esultano per il risultato. Pier Luigi Bersani però osserva: "Il dissenso è stato abbastanza ampio. Il dato politico sia sull'approvazione della legge sia sulle dimensioni del dissenso è non poco rilevante". Ora la parola spetterà a Sergio Mattarella, che dovrà decidere se promulgare immediatamente la legge elettorale oppure rimandarla indietro per apportare delle modifiche, come auspicano le opposizioni.