L'ultimo rapporto dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) rivela che ormai la disoccupazione mondiale ha sfiorato quota 200 milioni nel 2013 e dovrebbe aumentare di 3,2 milioni nel 2014. Da qui al 2019 invece la cifra di disoccupati raggiungerà i 213 milioni a livello mondiale, mentre il numero delle persone senza un lavoro dovrebbe mantenersi al livello attuale del 6% fino al 2017. Come riporta la CNA, il rapporto dell'Organizzazione internazionale del lavoro "dimostra per la prima volta che investire in occupazione di qualità, ridurre l'occupazione vulnerabile e affrontare la povertà da lavoro porta ad una crescita economica sostenuta", visto che i Paesi che hanno investito molto in occupazione di qualità a partire dai primi anni del 2000 hanno registrato, ogni anno dal 2007, una crescita superiore di circa l'1% rispetto a quella di altre economie emergenti o in via di sviluppo. Moazam Mahmood, vice Direttore del Dipartimento di Ricerca dell'Ilo osserva: "Molti paesi in via di sviluppo, in particolare in America Latina e Asia, stanno compiendo enormi sforzi per affrontare le diseguaglianze e migliorare la qualità dell'occupazione e della protezione sociale. Al contrario numerose economie avanzate, in particolare in Europa, sembra stiano andando nella direzione opposta". Secondo le previsioni del rapporto, nei prossimi cinque anni, il 90% dei posti di lavoro saranno infatti creati nei paesi emergenti e in via di sviluppo e questo avrà certamente un impatto significativo sui flussi migratori.