"Prosegue la lunga marcia del governo Renzi per la costruzione di un sistema di potere basato sull'occupazione dei posti di comando. Dopo i dirigenti dello Stato - rivela in una nota il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta -, i prefetti, adesso tocca alla diplomazia. Dopo Natale l'affondo, con la nomina a Capo della Rappresentanza a Bruxelles di un personaggio che non proviene dalla carriera diplomatica. Un segnale chiaro: il premier non ne può più degli alti 'burocrati' della Farnesina e dà il via alla rottamazione dei sessantenni, per sostituirli con i nuovi acquisti che le sue avanguardie in Farnesina gli stanno selezionando da tempo."
"Il diplomatico sessantenne - spiega infine -, nel pieno possesso della perizia ed esperienza di quarant'anni di lavoro fra l'Italia e l'estero, va in pensione e con lui si disperde sia il patrimonio della conoscenza acquisita che l'investimento fatto su di lui dall'Amministrazione. A sostituirlo, ovviamente anche con avanzamento contestuale di grado, nuove leve gradite e naturalmente riconoscenti a chi ha messo in piedi politicamente tutta questa operazione".
"Tuttavia, - specifica il deputato azzurro - le norme contenute nell'art. 19 del D. Lgs. 165/2001 obbligherebbero l'amministrazione datrice di lavoro al rispetto dei criteri di massima in esse indicati, anche per il tramite delle clausole generali di correttezza e buona fede, applicabili alla stregua dei principi di imparzialità e di buon andamento di cui all'art. 97 della Costituzione. Tali norme obbligano la PA a valutazioni anche comparative, all'adozione di adeguate forme di partecipazione ai processi decisionali e ad esternare le ragioni giustificatrici delle scelte. Laddove, pertanto, l'amministrazione non abbia fornito nessun elemento circa i criteri e le motivazioni seguiti nella scelta dei dirigenti ritenuti maggiormente idonei agli incarichi da conferire, è configurabile inadempimento contrattuale, suscettibile di produrre danno risarcibile."