Dopo il dramma in Bangladesh, dove sotto le macerie di un palazzo crollato circa 3 settimane fa sono rimasti oltre mille operai (soprattutto donne) del settore tessile, oggi si consuma una nuova tragedia del lavoro a basso costo. In Cambogia, a circa 40 chilometri dalla capitale Phnom Penh, è crollata infatti una fabbrica di scarpe, intrappolando oltre 100 operai e causando già almeno 2 vittime e 6 feriti. Stando alle prime indiscrezioni, come le aziende tessili situate nel palazzo crollato in Bangladesh, anche la fabbrica di scarpe in Cambogia produceva prodotti da esportare poi in Europa e negli Stati Uniti. Si riaccendono quindi le preoccupazioni sul tema della sicurezza nelle fabbriche dei paesi più poveri, dove anche le ricche multinazionali sfruttano la manodopera locale a basso costo. Se nel Bangladesh un operaio costa 37 dollari al mese, in Cambogia i lavoratori arrivano infatti a guadagnare poco di più, circa 75 dollari al mese. Eppure, l'anno scorso dalla Cambogia sono usciti prodotti di abbigliamento destinato al commercio in Europa e negli Stati Uniti per un valore pari a 4 miliardi di dollari.